” La peculiarità dell’Arte della pittrice contemporanea Monica Seksich è la sua vibratilità: le sue tele palpitanti richiamano l’osservatore come se fossero creature vive, invitandolo ad avvicinarsi e trasmettendogli emozioni e memorie non soltanto dell’Artista, ma dell’intera umanità, grazie all’uso di un linguaggio simbolico archetipico.
Essendo creatura viva, la sua Arte ha subito nel tempo inevitabili trasformazioni. Le sue tele passano così dalla rappresentazione di figure umane che sembrano non volersi esporre completamente allo sguardo dell’osservatore, a personaggi che, invece, si mostrano apertamente e anzi, sembrano in attesa di dirci qualcosa, ponendosi in aperta interlocuzione; dalla seduzione magnetica che invita a seguirle nelle profonde turbolenze della visceralità delle emozioni – espressa da colori accesi e sanguigni, dalla concretezza e severità del nero dei contorni e dalla sacralità dell’oro – all’evocazione dell’emozione o di un ricordo, attuati attraverso il grigio e il bianco soffusi come una nebbia delicata e dove il rosso si limita a pochi tratti o puntini, per suggerirci quale sia la chiave d’accesso al cuore.
Fra i temi ricorrenti, l’ingranaggio come simbolo del movimento della vita e dei meccanismi nascosti dell’esistenza, e il femminile, attraversato e vissuto in ogni suo aspetto e conturbante profondità. L’Artista indaga sull’animo umano e sugli archetipi del femminile facendosi canale di questa stessa indagine, e tutto quanto percepiamo è la restituzione di una realtà completamente trasformata dal suo lavorio interiore, una realtà che, pertanto, viene riprodotta ad un livello superiore di evoluzione.
Il movente della sua Arte è, infine, la relazione: l’intero lavoro di Monica Seksich è infatti invito, richiamo, studio e sperimentazione della relazione, di cui il Femminile è colonna portante e veicolo, realizzabile solo trascendendo l’ego e andando oltre se stessi. “
Testo critico originale di Barbara Polettini Coffani
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